venerdì 23 ottobre 2020
Il Caffè turco con Murat: l’isola spartita, Cipro

Come ogni settimana, anche questo giovedì la rubrica incentrata sulle molte notizie provenienti dal Bosforo spesso centrali sullo scacchiere geopolitico inizia da una canzone in tema: Turkish & Greek
Una canzone d’amore, di unione, per un’isola di cui Murat ha riassunto a volo d’uccello la storia fatta di divisioni, in particolare per inquadrare la vicenda della separazione consumatasi mezzo secolo fa tra opposti ultranazionalisti e ribadita dal responso delle urne del 18 ottobre 2020 per la parte settentrionale (un terzo dell’isola) sotto il controllo di Ankara, che ha ispirato la scelta dei votanti (quel 9 per cento di fascisti che avevano boicottato il primo turno e hanno fatto la differenza nel ballottaggio, che ha visto un incremento dei votanti rispetto al primo roud), indotti a preferire Ersin Tatar, il populista tycoon proprietario di media e tv orientato a mantenere divisa l’isola (sotto l’egida di Erdoğan), rispetto a Mustafa Akinci, il presidente uscente, deciso a tentare di riunificarla attraverso accordi anche sulle modalità di “spartizione” dei territori e delle città.
Ci sono molteplici aspetti che vengono toccati dalle scelte che saranno operate nel dialogo auspicato da Tatar – che però intende impostarlo su alcune condizioni favorevoli innanzitutto ai turco-ciprioti –, ma soprattutto sono quelle energetiche e di “spartizione” dei giacimenti scoperti nel mare tutto attorno a Cipro e che vedono l’interessata osservazione internazionale con Total, BP, Eni, Exxon, Delek a sud e Kogas ed Eni a nord.