BLACKOUT FEST #1
@Manituana - Laboratorio Culturale Autogestito

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Andrea Santalusia
Cantautrice, pensatrice, producer e poeta, già ospite del Blackout-fest nel 2023 col progetto Andreh y Manuela, torna in veste solista per deliziarci col suo raffinatissimo gazpacho di jazz, flamenco e musica elettronica. Ascolta ora
Arsenal Mikebe
Dalle periferie elettriche di Kampala – Uganda il drum sound heavy body di Ssentongo Moses, Dratele Epiphany e Luyambi Vincent de Paul: tre percussionisti puri che miscelano jungle, vocalismi soul e trance con ritmiche organiche industriali attraverso un sistema diy. Groove ipnotici ad altissima densità che passano dalla testa direttamente al corpo.
https://nyegenyegetapes.bandcamp.com/album/drum-machine
Banda Mutanda
un gruppo di base torinese che esplora il suono nelle sue varie forme all’interno di una prospettiva transfemminista e queer. La Banda intercetta segnali e crea spazi di condivisione e sperimentazione.
https://bandamutanda.noblogs.org/
Warfuck
un commando a due voci per assaltare il centro nevralgico della vostra paranoia. Un brutale sforzo di grindcore massacrante: distruzione e terrore auricolare nella ricetta francese doc, direttemente da Lione un prodotto tipico che fa schizzare il cervello.
https://warfuck.bandcamp.com/album/fail-repeat
Concentration
trio Melbourne/Berlino versione super-organismo: swamp-beat fatto di turpiloquio, problemi di coppia e oscurità. Un vaudeville fognario, un incubo eccitato da sbalzi elettronici e raucedine post punk. un impasto nauseabondo di sensualità e ruggine.
https://concentrationconcentration.bandcamp.com/album/arent-you-gonna-introduce-me-to-your-friend
Opoku
Dal collettivo panafricano Jokkoo di Barcellona, nato per diffondere la scena d’avanguardia del continente e della sua diaspora, con un live di dub mutato, impro organica e partecipazione con il pubblico.
https://jokkoo.bandcamp.com/album/tam
Odia
Un live turbolento e ipnotico di armonie, texture e glitch che allarga i confini della techno ai territori della idm: kick giganti scanditi da trame di synth modulari maneggiati dal vivo.
https://odia-nnnaammm.bandcamp.com/album/odia-eutropia
Jahanam
Dj iraniana di stanza a Stoccolma, il suo nome significa in arabo “inferno”, mixa techno, jungle, trance ad alta velocità e con una certa ironia. I suoi mix eclettici sono una garanzia per un dancefloor caldo e sudato.
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Siamo una radio autogestita che trasmette voci libere, senza padroni e fuori dai palinsesti omologati. Radio Blackout esiste solo grazie a chi la ascolta, la sostiene, la vive.
In una città che vende cultura a pacchetto completo – con sponsor, loghi, “valori” aziendali e accordi con le istituzioni – il Blackout Fest è un’anomalia. Nessun marchio, nessun finanziamento: solo musica, corpi, parole e relazioni che non piegati alle logiche del profitto.
A Torino gli spazi liberi scompaiono, soffocati dalle trasformazioni della città e dalle logiche del mercato: speculazione, gentrificazione, militarizzazione. Se sei qui anche tu fai parte di un atto di resistenza collettiva.
Da oltre 30 anni, sappiamo cosa suonare.